La dispersione scolastica, l’ascensore sociale, i talenti e la competizione, il merito, il mettersi in gioco, sono le perfide parole chiave usate spesso da sociologi e psicologi pontificatori sulla scuola. Mai si chiedessero che forse il problema grave e pericoloso non solo italico, sta in un sistema educativo obsoleto ma utile a chi domina da tutti i punti di vista e da oltrepassare decisamente anche prefigurando un’intera società educante. Proprio oggi ne ho ascoltato uno in Rai radio.

Con i tempi che corrono aumentano sempre di più. Una società interamente educante al contrario non istruirebbe o addestrerebbe al lavoro e all’obbedienza spesso subliminale ma aiuterebbe le persone a crescere e consolidarsi nel pensiero libero e critico e nei saperi fondati sull’esperienza e la solidità delle scelte e delle vocazioni. Questo non lo considerano proprio. Eppure ci sono stati i vari Althusser, Foucault e Goodman, Fourier, Ferrière, Freinet, Illich…
È con l’educazione diffusa che potrebbe cambiare radicalmente il paradigma di una educazione che istiga alla dispersione. Alcuni stanno già provando con successo a sperimentare questa idea davvero rivoluzionaria.

metafora della scuola oggi


Quanto al citato e ricitato (o recitato?) ascensore sociale ricordo me stesso su la Stampa nel lontano 2012:
« La ricchezza e la povertà sono diventati in tempi di crisi argomenti clou dei reality pomeridiani televisivi. I soliti conduttori e giornalistici tribuni, senza pensare ai propri immeritati e, nella migliore delle ipotesi, non calibrati compensi sproloquiano sull’impoverimento, sulla crisi, sulle depressioni, sulle tasse e sui tartassati. Spesso dissertano sul venire meno di quell’«ascensore sociale» che una volta avrebbe permesso l’emancipazione economica dei cittadini passando da una classe «bassa» ad una «alta» quasi che la divisione in classi della società fosse naturale ed ineluttabile e non frutto di sperequazione «attiva».
La questione a mio avviso non sta nel prendere o meno l’«ascensore sociale». Occorre avere il coraggio (e per questo consiglio di leggersi a fondo «La società degli eguali» dell’accademico di Francia Rosanvallon) di ammettere che i patrimoni accumulati, le rendite, la finanza, la borsa e i compensi esagerati per mestieri anche opinabili debbono finalmente cessare di esistere per riequilibrare anche la società. »

L’educazione, quella vera e libera, non ha nulla a che fare con chi avvalora l’idea classista e meritocratica dell’ascensore sociale che presuppone il mantenimento di una gerarchia dall’ alto al basso.

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